Dirigenti scolastici: malcontento e forti critiche alla prova preselettiva

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Il 23 maggio 2024 rimarrà impresso nella memoria di migliaia di aspiranti dirigenti scolastici italiani come un giorno di profonda delusione. In quella data, si è tenuto il tanto atteso, ma per molti deludente, test preselettivo per il concorso da dirigenti scolastici.

 

La prova non rappresentava una valutazione delle competenze necessarie per dirigere una scuola quanto piuttosto una trappola burocratica, concepita e comunicata male. Questa la critica sollevata da molti dei concorsisti che hanno sostenuto ieri la prova.

 

I primi problemi si sono manifestati già dall’inizio – affermano i candidati - in quanto hanno appreso, solo venti giorni prima, la data del test.

Tale breve preavviso avrebbe lasciato poco tempo per una preparazione adeguata, creando panico tra i partecipanti.

A peggiorare ulteriormente la situazione, i quadri di riferimento normativo, essenziali per guidare lo studio, sono stati pubblicati solo due giorni prima della prova, rendendo impossibile una preparazione seria e approfondita e costringendo i candidati a procedere alla cieca.

 

Anche la struttura del test stesso ha sollevato molte critiche: i candidati hanno lamentato che i quesiti – che avrebbero dovuto valutare le competenze gestionali e pratiche di un futuro dirigente scolastico – fossero estremamente specifici e tecnici, spesso lontani dalle competenze quotidiane necessarie per la gestione di un istituto scolastico.

La sensazione dichiarata dagli stessi partecipanti è che ci fosse una disconnessione tra chi ha progettato il test e la realtà del mondo scolastico.

 

Oggetto di critica anche il periodo scelto per il test: fine maggio, un periodo estremamente ricco di adempimenti per gli appartenenti al mondo della scuola.

Tutte queste problematiche avrebbero quindi reso ancora più difficile prepararsi adeguatamente alla prova, palesando – secondo i concorsisti – una mancanza di considerazione per le reali condizioni operative dei candidati.

 

L’opinione unanime pare sia che l’esperienza sia stata frustrante e demotivante e che la prova non abbia realmente permesso ai candidati di dar prova delle loro conoscenze e competenze.

Una cosa è certa: le polemiche sollevate dai candidati rappresentano un forte segnale per il Ministero dell’Istruzione: il segnale, forse, che occorre ridisegnare le modalità di selezione dei futuri dirigenti scolastici.

 

 

 

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